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Non ci sono scuse, ma solo scelte – Monica Locatelli

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Il mio contatto con la fondazione inizia attraverso un bando di borsa di studio che vedo pubblicato su un sito e a cui rispondo. Non conosco la fondazione, né tanto meno ho alcuna velleità di vincere il bando, solo ci provo, non si sa mai. Mentre scrivo il progetto vado sulla pagina, mi informo un po’ sulla fondazione e vengo così a conoscenza del motivo per cui è nata, di chi fosse Angelo e di come avesse dedicato una parte della sua vita nell’impegno verso gli altri, alla ricerca di una strada per contribuire alla costruzione di una società diversa e migliore.

Rispondo al bando, a fine dicembre mi viene comunicato, nell’incredulità totale, che il mio progetto è stato selezionato; la storia di Angelo, la sua vita, in qualche modo tocca la mia.

In un giorno di sole di gennaio arrivo dunque alla sede della fondazione e conosco i genitori, i familiari, gli amici di Angelo, ma anche persone che, come noi vincitori di borsa di studio, Angelo non l’hanno mai conosciuto, ma la cui figura in qualche modo è entrata a far parte del proprio percorso.

La situazione è molto piacevole, e si intuisce che serpeggia un’emozione molto forte per tutta la durata dell’incontro, mi rendo conto che se avessi vinto la borsa presso un altro ente la situazione sarebbe molto diversa: abituata come sono ai formalismi dell’ambiente accademico ed in qualche modo anche all’indifferenza di questi nei confronti dei giovani e delle loro potenzialità,  mi stupisco di fronte a persone che ci guardano pensando che i nostri lavori e quindi anche il mio, possano avere un valore, che va al di là dell’attribuzione della borsa stessa. Nei loro confronti, in quella giornata di sole, mi sento responsabile.

È in quel momento che mi rendo esplicitamente conto di come, per me, che non ho avuto modo di conoscerlo e che non conoscerò mai tutte quelle persone i cui nomi sono divenuti a noi noti per un qualche impegno civile, quelle persone servono a me ora per comprendere come nulla può scusare l’uomo dall’indolenza, che l’impegno per la costruzione di una società diversa e forse più pacificata non può prescindere dalle nostre quotidianità, e che non ha bisogno di grandi gesti, ma di piccoli fatti quotidiani. Persone come Angelo ci ricordano che non ci sono scuse, ma solo scelte.

Monica Locatelli

 

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