In fuga dal Congo
Mercoledì 18 dicembre 2013 gli studenti delle classi quinte dell’Istituto Superiore Angelo Frammartino di Monterotondo, hanno partecipato a un incontro un po’ particolare con una rifugiata politica. I ragazzi si sono riuniti in aula magna.
L’incontro è cominciato con una piccola presentazione da parte di due volontari del centro Astalli di Roma. Il centro Astalli fa parte di un’associazione più grande: “Il servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia”.
Il suo compito è di accompagnare, difendere e servire i rifugiati in cerca di aiuto per ricostruirsi una vita in un paese straniero.
Il centro, inoltre, punta sui giovani per gettare le basi di una società interculturale in cui le diversità etniche, linguistiche e religiose sono considerate una ricchezza e non un ostacolo per il nostro futuro.
Finita la presentazione ha cominciato a parlare Beatriz, la rifugiata politica. Beatriz viene dalla Repubblica democratica del Congo, seconda di una famiglia di nove figli di cui due sono morti.
Il padre lavorava come dirigente nell’ufficio politico del partito di governo. Ha studiato e si è laureata in “Economia dello sviluppo”. Indignata dalla corruzione dilagante nel territorio in cui viveva, denunciò i brogli elettorali avvenuti nella sua zona: ciò le costò la carcerazione.
Dopo una settimana, grazie all’intervento di un vicino di casa, fu liberata, perse però ogni diritto politico. Fu così costretta a fuggire senza sapere dove.
Arrivò in Italia, dapprima al centro di assistenza di Foggia e, dopo varie traversie, ottenne il riconoscimento di rifugiata politica; il centro Astalli divenne il suo punto di riferimento e la sua residenza anagrafica.
Lavorò dapprima come badante nella capitale, decise in seguito di riprendere gli studi iscrivendosi all’Università di Tor Vergata per frequentare un corso di laurea in Scienze infermieristiche. Questa è la storia di Beatriz che non si è mai arresa ed è riuscita ad ottenere ciò che voleva nonostante le mille difficoltà che ha affrontato con grande coraggio e determinazione.
I ragazzi hanno apprezzato la testimonianza di Beatriz che, alla fine, è stata salutata con un caloroso e spontaneo applauso.
Ho notato, con dispiacere, che alcuni ragazzi tendono a disprezzare gli immigrati, i rifugiati politici pur senza conoscere la loro storia di dolore. Ho anche notato che c’è confusione sul concetto d’immigrato; un ragazzo pensava che immigrato fosse una persona con i documenti non in regola.
Per esperienza personale posso dire che gli italiani, i ragazzi in particolare, tendono a guardare con superiorità gli stranieri. I miei genitori sono polacchi, ogni estate vado in Polonia a trascorre le vacanze e quando mi capita di incontrare persone nuove mi viene sempre detto: “Che bello, vieni dall’Italia”.
Da quando vivo in Italia ho sentito raramente espressioni simili riguardo ad uno straniero. Penso che i ragazzi dovrebbero essere meno diffidenti nei confronti di chi è diverso da loro o che non conoscono.
Perciò ragazzi siate aperti a tutti, siamo tutti esseri umani, c’è purtroppo chi è meno fortunato di voi, e, per diversi motivi, è stato costretto a fuggire dal luogo in cui è nato.
L’incontro si è svolto presso l’Aula Magna dell’Istituto Angelo Frammartino in occasione della “Terza giornata per i diritti delle e dei migranti rifugiati e sfollati” promosso dalla Casa della Pace.
Marika Ostaszewska classe 5E
Foto di Alberto De Lorenzis 5F