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Diario del Volontario #1: Voci di Resistenza

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Per la formazione specifica dei volontari 2022/2023 una tappa del viaggio è stata la visita a luglio al Museo Storico della Liberazione di Via Tasso a Roma.

L’edificio è stato utilizzato come carcere dalla Gestapo dalla fine del 1943 al 1944.

Oggi raccoglie testimonianze della Resistenza Romana. Nelle celle è ancora possibile vedere i messaggi incisi sulle pareti dai prigionieri e numerosi pannelli e documenti d’archivio aiutano a raccontare le storie di chi ha combattuto per la resistenza a Roma col sacrificio della propria vita. Persone con storie e realtà diverse si riunirono per difendere la patria dall’occupazione tedesca e dalla dittatura fascista.

Il museo ci catapulta in un tempo non così lontano e ci mostra una situazione non estranea alla realtà che ancora oggi viviamo in tutti quei luoghi dove la libertà e la pace non sono ancora dei diritti ma qualcosa di spesso irraggiungibile.

Quando nel 1943 Roma fu occupata dai tedeschi – a seguito dell’8 settembre-  l’edificio fu interamente destinato alla sede della Sipo e dello SD, sotto la supervisione del capitano delle SS Herbert Kappler. L’ala destra ebbe il triste destino di diventare un carcere provvisorio denominato hausgefängnis, letteralmente “casa-prigione”, con lo scopo di trattenere i prigionieri da interrogare.

Il carcere di Via Tasso sottoponeva i prigionieri ad un regime estremamente duro. Le giornate erano scandite da interrogatori che potevano anche avvenire nel cuore della notte, con vere e proprie torture fisiche e psicologiche.

Tra coloro che furono prigionieri nel carcere di Via Tasso ricordiamo il colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, comandante del Fronte Militare Clandestino e Bruno Buozzi, sindacalista,segretario generale della Federazione italiana operai metallurgici – FIOM dal 1909 al 1926 (quando il sindacato fu sciolto dal fascismo), e politico antifascista.

Nel 1944 gli americani arrivarono a Roma e la liberarono. I tedeschi evacuarono il carcere con molta fretta, decisi a trasferire i detenuti al carcere di Verona su due camion. A causa di un guasto, ne partì solo uno con i detenuti. I tedeschi non avendo tempo di trasferirli al carcere di Verona li fucilarono durante il tragitto in località La Storta, lungo la Via Cassia. Questa strage verrà ricordata  come l’Eccidio de La Storta. Tra questi perse la vita il sindacalista Bruno Buozzi.

Kappler fu arrestato dalle truppe alleate, incriminato per le torture e quindi condannato all’ergastolo.

 

 

di Davide Formato e Francesco Di Palma

A cura di Irene Raponi

 

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