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Il trampolino di un volo

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Quando, fra la fine di quello strano 2006 che ci aveva portato via Angelo e l’inizio di un 2007 che nessuno sapeva ancora come vivere, ci ritrovammo a riflettere su come potevamo dar lustro alla memoria di Angelo e, al tempo stesso, mantenere forte il suo messaggio di Pace, ci accorgemmo tutti subito che non sarebbe stato facile.

La forte esperienza di Angelo Frammartino aveva sconvolto e meravigliato moltissime persone, tanti amici ed amiche, molteplici istituzioni. Per moltissimi di noi, ragazzi giovani dalle tante speranze non sperimentate, si trattava davvero di passare dal pensiero all’azione. Quel pensiero tante volte costruito e condiviso con Angelo stesso, in lunghe chiacchierate notturne, quella voglia di rendersi in qualche modo utili, di “fare Pace”, non solo di parlarne. In lunghe chiacchierate d’inverno noi ragazzi ci ritrovammo a pensare e a riflettere di nuovo, a dover scegliere il nostro trampolino per volare.

Certo la base di partenza era quasi scontata: Angelo stesso, la sua voglia, le sue passioni. Ma come è difficile a volte pensare alle sfumature di chi non c’è più se ancora non ci si capacita del perché di una partenza senza senso.

Ci ritrovammo a pensare alla sua passione: quegli occhi grandi, scuri ed accessi quando si parlava dopo una serata passata insieme e si litigava se si parlava di cultura, di musica, di politica perché ognuno aveva le sue splendide e utili sfumature.

Ci ritrovammo a pensare alla sua voglia di “fare ed essere” comunità: perché la rete non è solo un salvataggio, ma tante volte la soluzione ed il corretto modo di confrontarsi per costruire una case solida.

Ci ritrovammo a pensare alla sua continua ricerca di strumenti alternativi per poter comunicare la sua voglia di cambiare tante cose in questa società: e allora via a parlare della musica, dei film visti e rivisti, di teatro e di tutto ciò che era in grado di arrivare al suo e al nostro cuore di sognatori.

Ci ritrovammo a pensare ad un luogo aperto, comune, di pensieri, di confronti utili alla crescita collettiva non solo di poche persone ma di tutti, luoghi aperti in cui davvero fosse possibile dire la propria, manifestare le proprie opinioni senza sentirsi esclusi.

Ci ritrovammo a pensare all’integrazione, senza compromessi, quell’integrazione che è base di creatività e dolcezze, di conoscenza e speranza, di cultura nel senso più ampio possibile, di possibilità infinite.

Ci ritrovammo a pensare che a furia di ricordarci le sue molte sfumature quel trampolino sperato lo avevamo trovato ed avevamo anche spiccato il primo timido salto. Da quel primo timido salto che sapeva di voglia di volare è nato il FrammaDay.

Buon FrammaDay 2012 a tutti.

Fondazione “Angelo Frammartino Onlus”

 

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