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In marcia a Gerusalemme

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Dal 10 al 17 ottobre 2009 a Gerusalemme, in Israele e nei territori palestinesi occupati quattrocento italiani, semplici cittadini, giovani, studenti e insegnanti, sportivi e artisti, giornalisti, amministratori locali e rappresentanti di associazioni prenderanno parte alla missione di pace “Time for responsabilities”

Andare a Gerusalemme per rispondere all’invito del presidente degli Stati uniti Barack Obama affinché ognuno si assuma la responsabilità di contribuire a chiudere definitivamente il conflitto israelo-palestinese.

Questo è “Time for Responsibilities” (il tempo delle nostre responsabilità), la missione di pace in Medio Oriente promossa dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, dalla Piattaforma delle Ong italiane per il Medio Oriente e dalla Tavola della pace che, dal 10 al 17 ottobre, porterà in Israele e nei Territori occupati oltre 400 italiani impegnati in un processo di diplomazia dal basso.
“Sarà una manifestazione filoamericana – afferma Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace, alla presentazione dell’iniziativa ieri a Roma – un sostegno alla politica di Obama per chiudere il conflitto”.
L’operazione Piombo Fuso e l’offensiva contro Gaza condotta dall’esercito israeliano nel dicembre scorso, hanno spinto gli organizzatori a rinunciare alla tradizionale Marcia per la pace Perugia-Assisi per andare a Gerusalemme e concentrare i propri sforzi affinché “simili tragedie” non si ripetano.
Sarà un viaggio in Terra Santa nel nome di San Francesco, Giorgio La Pira e Aldo Capitini, fortemente segnato da ruolo “delle fedi”, come sottolinea Don Tonio Dell’Olio di Libera, che proverà a dare un “orientamento” per arrivare alla fine del conflitto, spiega più “laicamente” Gianfranco Benzi della Cgil.
Alla missione prenderanno parte 127 città; cento giovani (fra questi, una classe del liceo classico Maffei di Verona ed una squadra di calcio allievi dell’Umbria), 84 amministratori locali; 49 enti locali; circa 300 rappresentanti della società civile.
Tra gli eventi clou il 13 ottobre si terrà a Gerusalemme la prima Conferenza internazionale sul ruolo dell’Europa per la pace.
“L’Italia e l’Europa – continua Lotti – hanno grandi responsabilità storiche sia verso gli israeliani e che verso i palestinesi, devono rispondere immediatamente all’iniziativa di Obama con altrettanto coraggio e determinazione”.
Se durante l’amministrazione Bush in Europa si è sviluppato un dibattito sulla politica americana in Medio Oriente che ha visto i vari stati schierarsi a favore o contro le scelte di Washington; ora che Obama ha avviato “un’intensa attivata diplomatica” per promuovere la pace, il Vecchio Continente resta in silenzio.
“L’Italia e l’Europa non possono restare alla finestra” sostengono gli organizzatori.
Mercoledì 14 sarà la volta dell’incontro tra i familiari di tutte le vittime palestinesi e israeliane. Un’occasione per ricordare Angelo Frammartino, il giovane volontario ucciso a Gerusalemme nel 2006.
“Non si tratta di pacifismo o di buonismo – precisa Lotti – ma di sano realismo”. Con un po’ di pessimismo gli organizzatori considerano l’iniziativa di Obama una delle ultime possibilità per la pace. “Quando i rami litigano le radici si intrecciano”, così, con questo proverbio, Don Dell’Olio riassume lo spirito della missione.

Pubblicato su il Manifesto

 

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