Cerca

Lettera aperta del Presidente Pasquale Galea

Indice argomenti trattati:

Il 10 agosto 2006, quando la generosa vita di Angelo ci veniva crudelmente strappata, nessuno poteva immaginare che proprio da quel dolore insanabile potesse scaturire tanta speranza.

Il “perdono” che la famiglia Frammartino è stata capace di esprimere conferendo concretezza al sentimento di umanità e, soprattutto, la lungimirante saggezza di trasformare il dolore nella forza necessaria a dare vita alla Fondazione hanno fatto sì che Angelo potesse divenire guida e ispirazione per tutti noi, sia per quanti come me hanno antichi legami con la famiglia Frammartino, sia per tante altre persone le quali, in tal modo, hanno potuto intraprendere il cammino della Pace e della solidarietà.

Così, all’interno di un cuore saldamente coeso sono germogliate nel tempo tre “anime”, Monterotondo, Caulonia e Milano: tre poli nei quali ha preso vita e si é sviluppato un complesso di attività, la cui articolazione è sorretta anche da istituzioni ed enti che fin dall’inizio hanno condiviso con noi obiettivi e ideali. Il concetto di solidarietà evoca l’idea che “qualcosa venga donato a chi ne è privo”, e in buona sostanza così è, tuttavia una dimensione più profonda sottende questo principio.

Fare parte della Fondazione è infatti una grande opportunità per ciascuno di noi: si donano le proprie energie, il proprio tempo, le proprie risorse, ma nel contempo si riceve, in una continua osmosi di pensieri e di esperienze che alimenta giorno dopo giorno l’incontro con gli altri, qualunque ne sia il rapporto con l’ispirazione religiosa, la fede politica, l’età anagrafica o il colore della pelle.

Pertanto, alla luce dei profondi significati che la Fondazione racchiude in sé e della responsabilità che, conseguentemente, compete a chi, in qualità di presidente, è chiamato a guidarne la navigazione, sono onorato e commosso per l’incarico conferitomi e nella consapevolezza dell’importanza dell’impegno da me assunto ritengo fondamentale il contributo di tutti i componenti, dai soci fondatori alle istituzioni e agli enti, dai volontari a tutti coloro i quali partecipano della vita della Fondazione.

Particolari energie andranno canalizzate per assicurare, al più presto, l’entrata in funzione della Casa della Pace di Monterotondo, cioè della “casa comune” sorretta finanziariamente da istituzioni vicine alla Fondazione, la cui realizzazione, finora, non ha ricevuto quell’attenzione che il ricordo di Angelo e la Comunità alla quale è rivolta avrebbero meritato.

Analoga attenzione andrà assicurata all’altra Casa della Pace, quella di Caulonia, la cui attuazione è stata resa possibile grazie al concorso di enti e istituzioni che condividono i principi ai quali la Fondazione si ispira.

La complessa articolazione della struttura richiederà un impegno partecipato, particolarmente significativo in quanto suscettibile di dare vita ad un polo multifunzionale che potrà costituire un punto di riferimento per la cosiddetta “società civile”, nel cuore del territorio dove la famiglia di Angelo ha le proprie radici.
Occorrerà, inoltre, continuare a impegnarsi per garantire l’attuazione delle molteplici iniziative che la Fondazione ha avviato in questi anni nell’ottica di una razionale organizzazione, volta a ottimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili.

Se al rafforzamento e al consolidamento delle attività già in atto dedicheremo fin dall’inizio le nostre energie e le nostre cure, ciò nondimeno sarà importante anche l’esplorazione di nuovi orizzonti.

La Fondazione, infatti, reca in nuce la vocazione a relazionarsi con una pluralità di esperienze e, pur conservando nel tempo la propria identità, le proprie radici e la propria autonomia, dovrà essere in grado di individuare le priorità in stretta sintonia con i cambiamenti sociali, cogliendo l’occasione di nuove prospettive offerte da altri organismi attivi nella società.

Sorgente di un valore aggiunto che si contestualizza nel milieu storico sociale la Fondazione dovrà quindi guardare alla realtà con un respiro sempre più ampio, elaborando “una propria bussola” per poter veleggiare sicura in mare aperto e con grande attenzione anche agli aspetti organizzativi e programmatici.

In tale logica, la condizione sine qua non sarà rappresentata da una ampia condivisione delle finalità e degli obiettivi da raggiungere attraverso lo sviluppo di irrinunciabili sinergie tra le diverse componenti che operano all’interno della Fondazione stessa.

Questi, a mio avviso, i presupposti affinché si possa continuare a costruire, passo dopo passo, un cammino di Pace e contribuire così alla impegnativa edificazione di una Comunità autenticamente globale, in quanto permeata dall’idea che la Pace sia l’espressione di un mondo diverso da quello che talvolta siamo costretti a “patire”, facendo sì che la solidarietà, la legalità, il rispetto per i diritti civili e per l’ambiente alberghino in ogni regione della Terra, di cui tutti in uguale misura siamo figli.

Nel triennio che ci accingiamo a condividere, ricorrerà anche il decennale della morte di Angelo: sarà un momento di commossa riflessione e di bilanci. In tale prospettiva le nostre energie e le nostre speranze saranno volte ad assicurare il consolidamento indispensabile alla Fondazione per proiettarsi oltre la vita delle persone che oggi in essa operano, lungo la via che Angelo, con il suo impegno civile, ci ha invitati a seguire.


Pasquale Galea

“Non vivere su questa Terra come un inquilino […]
vivi in questo mondo come se fosse la casa di tuo padre.”
Nazim Hikmet

Terra di Pace, novembre 2013

Se ti è piaciuto l'articolo condividilo
Articoli correlati