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Pace è… Convivialità

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Il tema al quale quest’anno si lega la terza edizione del “Premio Angelo Frammartino – Pace è…” sarà la “convivialità”, intesa come occasione di crescita e arricchimento reciproco nell’incontro con l’altro. L’iniziativa si svolgerà domenica 8 agosto a Caulonia (RC) presso lo spazio verde della villa “Angelo Frammartino”.

Già lo scorso anno, legando la consegna del premio al tema della partecipazione civile, avevamo voluto sottolineare che nessuna individualità, nessuna presenza, nessun volto e nessuna storia sono sostituibili nell’esperienza del nostro vivere civile che non è fatto solo di momenti pubblici e occasionali, ma piuttosto di scelte che attraversano il privato e la quotidianità.

La pace, che si costruisce giorno per giorno con fatica e senso di responsabilità, è il nostro orizzonte. Un orizzonte, lo sappiamo, condiviso con molti. E che vorremmo poter condividere con tutti.

In molte occasioni questo l’abbiamo già detto e certamente, più volte, l’abbiamo sentito. Eppure ripeterlo, non ci sembra affatto un semplice esercizio retorico, dal momento che questa società nella quale lavoriamo e ci impegniamo sembra andare ancora in altra direzione. Sembra ancora inseguire il mito di una qualche presunta incorruttibile identità nazionale, territoriale, dalla quale i “diversi” restano e devono restare esclusi, o peggio nella quale devono sopravvivere da schiavi, essere usati per un qualche tornaconto economico, diventare talvolta merce, essi stessi, al servizio di un sistema violento e disumano.

“Pace è convivialità” non vuole essere soltanto il titolo di una iniziativa nata per ricordare l’esperienza di Angelo a Gerusalemme, ma uno dei nostri appuntamenti più importanti.“Pace è Convivialità” è anche un modo per sottolineare che nel nostro operare c’è spazio per tutti, per la vita di tutti. Ad iniziare da quelli che faticano a trovare spazi altrove, a trovare orecchi che ascoltino la loro voce e occhi che sappiano riconoscerli.

Non ci illudiamo che questo sia un percorso semplice e senza ostacoli. Siamo consapevoli delle profonde fratture che attraversano i contesti in cui viviamo. E rispetto alle quali noi non siamo spettatori, ma cittadini chiamati a scegliere in prima persona. Non c’è incontro che possa essere vissuto passivamente, e non c’è alterità che, vissuta ogni giorno, sperimentata sulla propria pelle, non richieda di investire tempo ed energia, di attraversare gli spazi del dubbio, dell’incertezza, della fatica. Una fatica che non vogliamo fuggire, ma indicare come unica possibilità per permettere a tutti un futuro migliore.

 

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