Alida Paterniani, Linda Pellizzoli, Emergenza Nord Africa. L’esperienza nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini.
Fra la fine del 2010 e i primi mesi del 2011 le rivolte in corso nel mondo arabo, in particolare la Rivoluzione dei Gelsomini tunisina e la guerra civile libica, hanno determinato la fuga di migliaia di persone verso i Paesi limitrofi.
Anche l’Italia ha accolto i migranti nordafricani, dichiarando lo stato di emergenza nel febbraio 2011 e dando vita a un sistema di accoglienza diffusa affidato al Dipartimento della Protezione civile.
La ricerca si pone l’obiettivo di analizzare l’impatto e le implicazioni del sistema di accoglienza dei migranti nell’ambito dell’Emergenza umanitaria Nord Africa con la volontà di contribuire ad avviare una riflessione sulle politiche di accoglienza in Italia, ritenute particolarmente rilevanti a causa della posizione geografica del Paese.
La vicinanza con la sponda africana del Mediterraneo, che rappresenta una delle zone geopolitiche più instabili a livello globale, implica la necessità per il nostro Paese di dotarsi di un sistema di accoglienza in grado di rispondere alle esigenze di immigrati e richiedenti protezione internazionale senza dover ricorrere a misure emergenziali.
A circa un anno dal rientro nella gestione ordinaria, non è stata ancora effettuata una valutazione organica, a livello nazionale, dell’Emergenza umanitaria Nord Africa, la quale rischia di essere archiviata senza che ne vengano tratte le dovute raccomandazioni.
La ricerca si propone di contribuire all’elaborazione di una valutazione dell’esperienza analizzando il sistema di accoglienza in Emilia-Romagna e, nello specifico, nelle tre province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini. Per rispondere a questo scopo, l’elaborato prevede, dopo un’attenta ricostruzione della normativa relativa all’Emergenza Nord Africa, l’analisi delle informazioni rilevate tramite un questionario e alcune interviste agli enti che hanno accolto i migranti.
Inoltre, al fine di rilevare eventuali differenze sulle modalità di accoglienza dal punto di vista dei beneficiari e di dar voce ai protagonisti di questa storia, un capitolo è dedicato alle informazioni raccolte tramite le interviste realizzate con alcuni migranti.
Il sistema di accoglienza predisposto all’interno dell’Emergenza Nord Africa, in relazione alle ingenti risorse investite, non ha raggiunto gli obiettivi di inserimento sociale ed economico attesi.
Il sistema non ha prestato la dovuta attenzione ai progetti individuali di inserimento nel tessuto sociale ed economico, alimentando un approccio assistenzialista della durata di due anni con un notevole aggravio per le casse dello Stato.
In presenza di un sistema di accoglienza per richiedenti protezione internazionale consolidato quale lo SPRAR (Sistema di protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati), è necessario che le politiche per l’accoglienza riescano a contenere eventuali “emergenze” nell’ambito dello stesso, senza creare nuove modalità di accoglienza sulla cui efficacia sono stati sollevati molti dubbi.